Auschwitz. Toccare con mano la verità

Un paio di anni fa ho sentito il bisogno di fare un viaggio da sola. Avevo in mente tante mete ma avevo bisogno di trovare quella giusta. Non volevo andarmene in qualche villaggio turistico, non volevo la città ultra turistica che tutt* vedono. Avevo bisogno di  qualcosa che non si sceglie al primo colpo, avevo bisogno di un cambiamento, di fare qualcosa che mi sarebbe rimasto davvero nel cuore.

Dopo aver varato tutte le possibilità ho capito che solo una meta aveva un senso: Cracovia e la visita a Oświęcim (Auschwitz).

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Ogni mattina mi alzavo, e facendo colazione leggevo questa frase. La mia lavagna motivatrice piazzata in cucina che mi ricorda le cose importanti, i miei obiettivi. “Just do it“, “fallo e basta”. Inutile sottolineare che essendo il primo viaggio da sola ero terrorizzata quanto emozionata. Organizzavo, leggevo, studiavo, ripetendo a me stessa “FALLO E BASTA!”.

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Caro Papa, lasciaci scegliere

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Caro Papa,

ciò che hai affermato mi ha fatto gelare il sangue (Articolo). Sono una donna in età fertile, che prima o poi potrebbe rimanere incinta, e prima o poi potrebbe avere bisogno di abortire.

“Sicario non è colui che fa abortire una donna, sicario è colui che non permette a una donna di vivere la sua vita e fare le sue scelte”

Sicuramente anche le mie parole sono forti, ma me Le conceda per favore, perchè Le assicuro che trovano il suo fondamento.

In ogni paese in cui l’aborto è vietato le donne sono costrette a ricorrere a rimedi estremi, aborti di fortuna, o meglio definiti clandestini, in cliniche veterinarie tanto per fare un esempio. Ne conseguono infezioni, morte.

Non sono così difficili da trovare sul web informazioni e testimonianze di donne che hanno sofferto così tanto da trovare poi la morte perchè hanno dovuto fare tutto di nascosto. Solo in Italia, prima che la Legge 194/1978 venisse promulgata sono morte migliaia di donne e maggiori informazioni le si possono trovare qui. 

In Argentina le donne sono scese in piazza per esercitare il loro diritto di scegliere, e non ce l’hanno fatta . Le morti sono continuate e stanno continuando.

In Irlanda invece ci sono riuscite le nostre amiche, sono riuscite a ribaltare la situazione. Adesso sicuramente, molte di loro vivranno di più! Avranno la libertà di scegliere. E non rischieranno di morire per un aborto clandestino.

La situazione aborto sicuramente non è da prendere alla leggera.

Potrei giustificare le donne dicendo che il bisogno di abortire potrebbe conseguire a una violenza sessuale, o alla mancata possibilità di provvedere ai figli. Ma non lo farò. Perchè non servono giustificazioni. E’ talmente una scelta intima, privata, personale, che non merita di essere spiegata, nè tanto meno giustificata. Non parliamo per favore dei contraccettivi perchè un preservativo si può rompere. Non parliamo dell’astinenza per favore, sarebbe un insulto a tutte le donne che hanno lottato affinchè fossero libere di esprimere la loro sessualità senza essere tacciate per prostitute. E ancora in Italia questa libertà non esiste.

Caro Papa, la scienza non mente in ciò che afferma. Un embrione non è un’essere umano fino al suo sviluppo. E queste cose le insegnano alle elementari.

Nonostante tutto la convinzione morale ci impone alla giustificazione, a nasconderci, perchè ancora, nel 2018, a 40 anni dalla L. 194 del 22 maggio 1978, ci sono persone che ancora hanno il coraggio di giudicare una donna perchè esercita il suo diritto.

Nonostante tutto ancora, in Italia, ci sono dottori che si rifiutano di applicare la legislazione e di seguire le leggi. Però queste persone non vengono punite. Non vengono punite quando infangano il nome di una donna. Non vengono punite quando si rifiutano di fare il proprio lavoro. Quando in farmacia si rifiutano di vendere la pillola del giorno dopo, nonostante siano obbligat* a farlo.

Però volete punire noi donne. Volete punirci nonostante l’oppressione che avete esercitato nei nostri confronti per tutti questi anni, e che state continuando a fare. Ma esattamente perchè non volete lasciarci libere di scegliere. Cosa vi fa così paura? Perchè non volete lasciarci libere di scegliere e decidere cosa è meglio per noi, per il nostro corpo, per la nostra vita.

Caro Papa. L’obiezione di coscienza in Italia è legale. In qualche modo chi è obiettore o obiettrice di coscienza può lavorare in campo ginecologico e si può astenere dal seguire delle norme. Però Lei, Sua Eccellenza. Lei è una figura di spicco. Ci sono tante persone che seguono il Suo volere, la Sua parola senza batter ciglio, senza ragionare e senza pensare, affindando completamente la propria via alla volontà di Dio. 

Ma se non sbaglio è proprio la volontà di Dio, secondo la Chiesa Cattolica, dare la possibilità di scelta e il libero arbitrio alle persone. E quindi, non è esagerato, e decisamente inopportuno, giudicare una donna un’assassina solo perchè vuole esercitare un suo diritto? E sottolineo, ripetendo, che l’embrione non è un’essere umano fino al suo sviluppo. La legge infatti è stata creata proprio su questi dati scientifici.

La cosa più frustrante è che continuate a farci guerra, continuate a dirci cosa dobbiamo e non dobbiamo fare. Siamo vittime di un patriarcato che ci detta regole sin dalla nostra nascita: non possiamo vestirci come ci pare perchè dobbiamo pensare al decoro. Non possiamo avere gli atteggiamenti che vogliamo, perchè se una donna urla o dice parolacce allora è un maschiaccio. Però il maschio se dice una parolaccia non è un maschiaccio, fa solo il suo.

Non vorrei divagare passando di argomento ma il punto è solo uno: 40 anni fa, il 22 maggio 1978 è stata promulgata una legge. Una legge che voleva tutelare i diritti delle donne in materia di aborto. QUARANTANNI FA! E nonostante tutto ancora siete lì a combattere, e a darci di assassine o arrivare addirittura a dire che assoldiamo dei sicari, e per cosa? Per non darci la libertà di scelta per una moralità personale e non pubblica.

Che ognuno sia libero di agire, pensare con la propria testa e che sia tutelata sempre nel rispetto dell’essere umano altrui.

Io sono fortunata. Vivo nella parte fortunata del mondo. Vivo in un paese laico in cui gli uomini di religione non possono imporre le proprie idee e fare legislazione, perchè altrimenti, se nella mia vita avessi bisogno di abortire, sarei all’80% una persona morta.  Mi hanno creato disagio le Sue parole Eccellenza. Mi hanno creato disagio perchè il messaggio che mi ha inviato è chiaro: la Chiesa Cattolica si attacca a un embrione piuttosto che una vita umana.

Cordiali saluti e buon lavoro, sperando che questa volta Lei predichi davvero il bene per le donne.

 

Fonti:

Ansa

Repubblica

Storicamente

Immagine di Repubblica.it

Attenzione: il testo scritto è solo un mio parere personale. Per questo chiedo, qualora venga copiato o diffuso senza la condivisione diretta del link del blog, che venga chiesto il mio consenso. Vi ringrazio per la collaborazione.

Valentina R.

Il corpo è mio e vorrei davvero gestirlo io! 40 anni della L. 194 del 22 maggio 1978

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Oggi è la ricorrenza dei 40 anni della L. 194 DEL 22 MAGGIO 1978 (cliccate sul link per il testo completo), meglio conosciuta come la legge sull’aborto.

Una legge necessaria, che ha creato tantissime polemiche negli anni e che tuttora, in Italia non sempre viene osservata.

Partiamo con la spiegazione della pratica dell’aborto.

L’aborto da citazione del dizionario è: “nella donna, interruzione, spontanea o provocata, della gravidanza prima del 180° giorno; negli animali, interruzione della gravidanza prima che il feto sia vitale; nelle piante, mancato sviluppo di un organo.

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Endometriosi – Non sottovalutiamola!

Se ne sente più spesso parlare, ma non tutt* sanno bene cosa sia e cosa comporta.

Io stessa ne sapevo poco e niente finchè una mia amica ha avuto grossi problemi relativi a questa malattia.

Nomi strani, complicati. Tante parole che però non spiegano effettivamente cosa succede al corpo di una donna che soffre di endometriosi. Conoscevo questa parola, endometriosi, sapevo di alcune ragazze che ne soffrivano, sapevo che si stava male, che durante le mestruazioni si sentivano dei dolori forti, ma non sapevo cosa volesse dire, cosa comportasse realmente.

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6 modi nei quali insegniamo (involontariamente) ai nostri figli e alle nostre figlie la cultura dello stupro

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Nessun genitore (che io abbia mai conosciuto) si sognerebbe mai di insegnare ai loro figli o alle loro figlie che lo stupro sia ok. Ma ogni giorno, in molti modi differenti, anche i genitori meglio intenzionati contribuiscono alla cultura dello stupro, e i nostri figli e le nostre figlie la subiscono.

Come madri e padri, probabilmente non parliamo direttamente di stupro ai bambini e alle bambine, almeno fino a quando non sono più grandi. Ma inviamo loro continuamente messaggi riguardanti il sesso e il consenso. Per questo motivo, dobbiamo essere sicur* di non insegnare loro qualcosa di molto pericoloso, anche se accidentalmente.

Ecco di seguito sei (molto comuni) modi in cui si sbaglia e come possiamo fare di meglio.

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Centri Antiviolenza – Un aiuto per le donne vittime di violenza

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Voglio partire con questa immagine. La più significativa.

Il numero 1522 è stato istituito dal Dipartimento delle Pari Opportunità affinché possa essere da sostegno per tutte quelle donne che subiscono abusi o violenze e hanno bisogno di aiuto.

Non abbiate paura a chiamarlo. Pensate a voi stesse. Alla vostra vita. Alla vita dei vostri figli o delle vostre figlie se ne avete.

Potrei continuare a scrivere altre migliaia di parole per cercare di convincervi a fare questo passo. Cercare di convincervi a denunciare chi vi maltratta, chi abusa di voi, chi vi picchia, chi vi ferisce, chi non vi dà via di scampo. Ma mi limiterò a dirvi che C’E’ UNA VIA DI SCAMPO. 

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Evento culturale “Non Med: percorsi transgender non medicalizzati”

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Domenica 8 aprile 2018 ho partecipato all’evento culturale “Non Med: percorsi transgender non medicalizzati” e ringrazio Nathan Bonnì per avermi invitata. Ritengo sia un tema fondamentale nel percorso dell’abbattimento di ogni discriminazione verso il raggiungimento di pari diritti e pari dignità per ogni persona e che quindi debba avere la massima diffusione. Per questo ci tengo a scrivere questo pezzo con gli interventi che sono stati fatti all’evento, sperando se ne parli sempre di più.

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Intervista a Barbara Mazzon, autrice de “Le vergini giurate. Donne libere di costringersi e costrette a liberarsi in Albania”

Oggi abbiamo il gran piacere di intervistare Barbara Mazzon, 24 anni, laureata nel 2016 col massimo dei voti alla Facoltà di Filosofia dell’Università degli studi di Milano portando come tesi le vergini giurate. La sua tesi adesso è un libro: “Le vergini giurate. Donne libere di costringersi e costrette a liberarsi in Albania”.

Quando Barbara ci ha invitate alla presentazione a Milano presso la Libreria Antigone (che se ancora non la conoscete, rimediate subito!), Giulia, che attualmente vive a Milano, è andata andata senza pensarci due volte.

Questo è un argomento di cui Giulia già conosceva l’esistenza, perché avendo abitato un anno in Kosovo e avendo colleghe che lavoravano nel nord di Scutari, in Albania, ha avuto modo di toccare questo fenomeno da vicino. E la presentazione del libro è stata davvero interessante, un pomeriggio di scoperta, confronto e riflessione.

Siamo molto felici di aver conosciuto Barbara e di sapere che ci sono giovani donne che portano avanti con orgoglio l’abbattimento degli stereotipi.

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Ma adesso basta indugi e lasciamo la parola a Barbara.

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