La favolosità del mondo LGBTQIA+ – Parte Seconda

Bentrovat* alla seconda parte de “Il favoloso mondo LGBTQIA+”!

Prima di leggere questa parte vi consiglio, se non l’avete ancora fatto, di leggere la prima (che trovate  qui) dove trovate le basi per capire di cosa stiamo parlando e perché.

E adesso andiamo affrontare meglio l’arcobaleno LGBTQIA+, partendo proprio dalle bandiere.

Vorrei soffermarmi un attimo al “+” dopo l’acronimo LGBTQIA per dire che include anche i MOGAI (Marginalized Orientations, Gender identities, And Intersex.) ovvero tutti quegli orientamenti sessuali e/o romantici che sono marginalizzati, tutte le identità di genere e intersessualità.

Ho tradotto in italiano questa fantastica immagine di Love My Starfire che non comprende tutte le bandiere esistenti, essendo queste potenzialmente infinite, ma ne raggruppa una buona parte:

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E ora cominciamo ad entrare nel dettaglio:

– ORIENTAMENTO SESSUALE –

Con le seguenti bandiere si affronta una parte di mondo dell’orientamento sessuale (per chi provo attrazione sessuale, se provo attrazione sessuale) che non ha niente a che fare con l’identità di genere (come io mi sento).

Bandiera di liberazione omosessuale – Rainbow Flag

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Creata dall’artista Gilbert Baker e sventolò per la prima volta il 25 giugno 1978 in occasione del Gay pride a San Francisco. I suoi otto colori simboleggiavano un aspetto caro alla simbologia New age:

  • rosa – sessualità
  • rosso – vita
  • arancione – salute
  • giallo – luce del sole
  • verde – natura
  • turchese – magia
  • blu – serenità
  • viola – spirito

La Paramount Flag Company iniziò a vendere una versione della bandiera in stoffa consistente in sette strisce, tra il 1978 e il 1979, perché i colori non erano facili da reperire. Quindi divenne una bandiera con i colori rosso, arancione, giallo, verde, turchese, blu, e viola.

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Oggi, la versione a sei strisce che aveva iniziato a circolare già dal 1979, viene usata nelle manifestazioni pubbliche, non solo in rappresentanza della comunità gay ma anche della comunità LGBTQIA+.

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Il simbolo della comunità gay è formato da due simboli del maschile (rappresentati dal simbolo di Marte) concatenati:

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Un altro simbolo che rappresenta la comunità gay è la lambda:

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Soprattutto nella comunità americana questo simbolo continua a rimanere molto utilizzato. Fu scelto dalla Gay Activists Alliance (GAA) nel 1970. La GAA fu fondata a New York il 21 dicembre 1969, quasi sei mesi dopo le rivolte di Stonewall iniziate nel 27 giugno 1969  (ne abbiamo parlato qui), da parte di membri dissidenti del Gay Liberation Front (GLF), l’equivalente del nostro Movimento di liberazione omosessuale). Le motivazioni del distacco furono che il GLF voleva lavorare  fianco a fianco con i movimenti di liberazione di neri delle donne per ottenere unità e accettazione, mentre la GAA volle concentrare i propri sforzi solo sui problemi della comunità gay e lesbica. Quando il quartier generale della GAA venne incendiato ad opera di un piromane, andarono perduti non solo l’edificio, ma anche tutti i rapporti dell’organizzazione e il movimento stesso; tuttavia, il simbolo continuò a vivere.

Citando Wikipedia:

In Italia fu un simbolo del movimento di liberazione omosessuale negli anni Settanta, in quanto lettera iniziale del verbo Lùein (sciogliere, liberare). Da questo uso, oggi abbandonato, deriva il nome di “Lambda”, una rivista del fronte italiano succitato, fondata nel 1977 e chiusa nel 1981 per dare vita a “Babilonia”.

Bandiera dell’orgoglio lesbico

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Questa bandiera, creata nel 1999 da Sean Campbell, mostra al centro l’arma “labrys“, una scure a due lame, simbolo del potere minoico, associato a società matriarcali vivevano l’area odierna del Kazakistan. La civiltà minoica venerava la dea Madre, protettrice delle donne, una donna a torso nudo con un serpente, simbolo di fertilità di agricoltura, e circondata da devoti con le labrys, che venivano usate come strumento agricolo. Nelle tribù delle amazzoni il labrys mostrava il doppio crescente lunare e il simbolo delle due regine.

Negli anni ’70 la cultura lesbica ha scelto il labrys in quanto simbolo femminile di forza e indipendenza, facendolo diventare il simbolo dell’orgoglio lesbico.

Il triangolo nero è un ritorno alla Germania nazista. Mentre il triangolo rosa (in tedesco, rosa Winkel, “angolo rosa”) usato come spregio per indicare chi era ritenuto  intrinsecamente effeminato, era il simbolo di stoffa affibbiato sulla casacca degli omosessuali internati nei campi di concentramento nazisti, il triangolo nero indicava un comportamento “anti-sociale”, che includeva il lesbismo.

Il simbolo della comunità lesbica è formato dai due simboli dell femminile (che è anche il simbolo di Venere) concatenati:

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Bandiera Lipstick Lesbian

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Questa bandiera rappresenta le “lipstick lesbian”, ovvero le lesbiche che hanno un’espressione di genere culturalmente considerata molto femminile, quindi amanti del trucco, dei vestiti e delle scarpe. Le tonalità di rosso, viola e rosa rappresentano i colori associati tradizionalmente alla femminilità.

Sono conosciute anche come femme o fem. Il termine è stato utilizzato a San Francisco negli anni ’80.

Nel 1982, Priscilla Rhoades, giornalista del quotidiano “The Sentinel”, scrisse un articolo sulle “lipstick lesbian”.

Più tardi, nel 1997, un episodio della sitcom Ellen , interpretata da Ellen DeGeneris, lei stessa, dopo aver spiegato il significato di “lipstick lesbian” si è definita come una “chapstick lesbian” ovvero una donna che esibisce alcuni tratti maschili ma non si adatta perfettamente al ruolo di una butch, termine utilizzato per definire le lesbiche considerate mascoline.  Le “chapstick lesbian” sono conosciute anche come “soft butch” e di solito si vestono in modo abbastanza casual e non si truccano.

La comunità lesbica è fatta di mille sfaccettature e ha un vocabolario molto interessante, ho trovato qui un glossario abbastanza completo, che vi condivido:

  • Lesbica: il termine più usato nella per descrivere una donna che prova desiderio sessuale e romantico per un’altra donna.
  • Dyke: è un’altra parola utilizzata nei paesi anglosassoni per definire una persona lesbica ma è usato solo da persone che sono gay, lesbiche, bisessuali o trans. Una persona eterosessuale che usa questa parola può essere offensiva. Sebbene in origine fosse un termine dispregiativo per lesbiche, ora viene spesso usato con orgoglio dalle stesse lesbiche, in particolare dalla folla lesbica più giovane e hipper. Alcune lesbiche (specialmente quelle più anziane o super-sensibili) sono ancora contrarie al termine, ma sta diventando sempre più comune e importante (almeno all’interno della comunità gay), con eventi come “Dyke Nights” o “Dyke Marches” che si tengono in giro Paese. In effetti, alcune dykes si risentono di essere chiamate lesbiche, poiché sentono che è molto meno fico di essere chiamate dykes.
  • Gold star lesbian: è una lesbica che non ha mai avuto un rapporto con un uomo e non ha intenzione di dormire con un uomo.
  • Lone Star Lesbian:  è una persona che ha fatto sesso con una sola persona nella vita. Anche le persone etero e bisessuali possono essere Lone Stars.
  • Femme: lesbica considerata culturalmente molto femminile, chiamata anche lipstick lesbian.
  • Blue Jeans Femme: è una lesbica che si identifica come femme o femminile, ma preferisce jeans e abbigliamento più casual a vestiti e gonne.
  • Butch: una donna che adotta quelle che sarebbero considerate caratteristiche maschili. Spesso  viene considerata come partner “dominante” in una relazione lesbica, in particolare in una relazione lesbica butch / femme. Ovviamente, vestirsi con abiti considerati maschili non rende una donna lesbica, poiché l’espressione di genere non ha niente a che fare con l’orientamento sessuale.
  • Stone Butch: è una lesbica che ottiene il piacere compiacendo la sua partner e generalmente non le piace essere toccata sessualmente.
  • Pillow Queen: quando piace molto di più ricevere sesso ed orgasmi piuttosto che contraccambiare.
  • Soft butch: è una lesbica il cui aspetto è generalmente androgino. Può vestirsi e comportarsi in maniera maschile, ma essere morbida e più femminile al suo interno.
  • Stem: è una lesbica che identifica da qualche parte tra “butch” e “femme”, conosciuta anche come Kiki.
  • Kiki: è un termine usato nella cultura dei bar lesbici degli anni ’50 e ’60 per descrivere una donna che non era né butch né femme. A quel tempo, la maggior parte delle donne era costretta a scegliere tra butch o femme, e il fatto che venne fuori un termine che poteva toglierle da questo binarismo fu molto importante. la cultura del bar aveva un ruolo molto importante e .
  • Futch: Dani Campbell, una pompiera lesbica della Florida che è stata una delle concorrenti di Shot at Love di MTV con Tila Tequila del 2007, e ha coniato la parola “Futch” per descrivere una persona che è un incrocia tra femme e butch.  Essere futch vuol dire trovarsi in qualsiasi punto possibile tra butch e femme, vuol dire essere queer e non per forza rifarsi a una rappresentazione binaria.
  • Boi: nel mondo lesbico, boi è una donna che è biologicamente femmina, ma ha un aspetto o una presentazione da ragazzo. Per gli uomini gay un boi è un uomo gay che è giovane o in apparenza o identità. E’ una parola coniata dalla rivista gay “XY” nei primi anni ’90 per descrivere un maschio giovane e attraente.
  • Power Dyke: è una lesbica che ha acquisito una posizione di potere, sia all’interno della comunità LGBT+, sia nel mondo in generale. Potrebbe essere a capo di un’agenzia senza scopo di lucro, una politica o un’imprenditrice di successo. E’ conosciuta anche come Power Lesbian o Suit.
  • Diesel Dyke: è una lesbica molto mascolina o virile, specialmente una che è molto aggressiva, conosciuta anche come Bulldagger. Genericamente viene riconosciuta come una signora che indossa una camicia da boscaiola, stivali e salopette.
  • Sport Dyke: è una lesbica, che più di ogni altra cosa, si identifica con l’essere un atleta. Può anche vestirsi in modo da dare l’impressione di essere un’atleta, come cappelli da baseball, felpe e jeans.
  • Baby Dyke: una giovane lesbica o qualcuna che ha fatto da poco coming out.
  • Stud (stallona): lesbica dominante, di solito butch, spesso afroamericana.
  • Hasbian:  è una donna che si identificava come lesbica ma che adesso sta frequentando gli uomini e partecipa ad attività eterosessuali. L’orientamento sessuale non è un qualcosa che cambia, deve semplicemente essere scoperto e compreso.
  • LUG (Lesbian Until Graduation): è una donna che fa esperimenti omosessuali con donne durante i suoi anni di college, ma alla fine si dichiara eterosessuale e sposa un uomo. Questo è un fenomeno abbastanza frequente negli Stati Uniti e sono stati coniati anche termini come Gay until Graduation (GUG) e Bisexual until graduation (BUG).
  • Drag King: è una donna che si veste per sembrare un uomo, di solito per l’intrattenimento pubblico, esattamente come le drag queen. Non tutti i drag king sono lesbiche.

La bandiera degli orsi

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Per orsi si intendono gli uomini dalla corporatura robusta, oppure in sovrappeso, spesso abbastanza pelosi e/o barbuti.

La cultura “bear” nasce a metà degli anni ’80 nei paesi anglosassoni per approdare in Italia nella negli anni ’90. Nel 1992 nasce “Orsi Italiani – Girth & Mirth” che diventa il punto di riferimento italiano di questo movimento mondiale. Interessante è il significato di delle parole Girth e Mirth. La prima significa “tronco di albero” declinato anche come “l’esser robusti”, mirth invece vuol dire “voglia di vivere” e “benessere”. Quindi questi due termini significano la gioia di vivere con naturalezza il proprio fisico robusto.

La bandiera scelta dalla comunità ursina è un simbolo internazionale, rappresenta l’impronta di un orso su uno sfondo a strisce.

I colori delle strisce più in alto sono ispirati al colore della pelle di persone di diverse etnie: neri, mulatti, asiatici, caucasici etc.

I colori delle strisce basse sono quelli del Pelo dell’orso, nero, grigio o bianco, a seconda dell’età. La bandiera ha un significato di apertura a tutte le etnie, a tutte le età e alla diversità nelle persone e nei gusti.

In Italia si utilizza il termine orso anche per indicare le persone che negli Stati Uniti vengono definite chubby (cicciotte).

Negli anni la subcultura ursina ha sviluppato un gergo peculiare, alcuni dei termini più comuni sono:

  • Orso – Un uomo dalla corporatura robusta, dall’aspetto mascolino, spesso peloso o con barba/baffi, o ancora un uomo corpulento, sovrappeso.
  • Cacciatore – Chi, pur non essendo classificabile come orso, è attratto dagli orsi o da una delle varianti (di seguito), o più generalmente dall’opposto dello stereotipo gay comune.
  • Cucciolo o cub – Un orso giovane (o dall’aspetto giovanile), tipicamente, ma non sempre, meno corpulento di un orso.
  • Orsone – Un orso di grossa stazza. Nel linguaggio comune un “ciccione”, termine che ha però legata un’inscindibile intonazione denigratoria, al contrario del termine orsone.
  • Papà orso o Daddybear – Un orso maturo, dall’aspetto rassicurante e dall’atteggiamento paterno.
  • Orso Koala o Koala bear – Un orso con capelli e peluria bionda.
  • Orso polare – Un orso maturo e brizzolato o bianco.
  • Orso lesbico – Un orso a cui piacciono altri orsi.
  • Muscle bear – Un orso muscoloso.
  • Lontra o otter – Un uomo molto peloso, in genere con barba o pizzetto, ma non sovrappeso.

Bandiera dell’orgoglio androfilo

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L’androphilia (dal greco andro-, una forma aggettivale / avverbiale del maschio, e -philia, che significa amore) è l’attrazione per i maschi adulti.

Si ritiene che il termine abbia avuto origine dagli studi del sessuologo Magnus Hirschfeld, militante del movimento di liberazione omosessuale. All’inizio del XX secolo, offrì un sistema di classificazione di tre tipi di maschi omosessuali:

  • Efebofili, dal greco ephēbos (adolescente) e filia (amore), indica gli uomini che sono attratti dai giovani negli aggi della pubertà fino ai 20 anni.
  • Androphiles, indica chiunque abbia una preferenza sessuale per gli uomini che hanno superato la pubertà.
  • Gerontofili, deriva dal greco geron (anziano) e philia cioè amore, indica le persone che preferiscono gli uomini più anziani.

Non sono riuscita a trovare la data della nascita della bandiera né della scelta dei suoi colori, però seguendo l’interpretazione di Deviant Art:

  • Il nero potrebbe sostenere la neutralità di genere o il rifiuto dell’eterosessualità binaria.
  • Il grigio potrebbe rappresentare l’area grigia tra i generi e le persone che non sono conforme al genere binario ma che si identificando come androfile.
  • Il bianco può rappresentare l’uguaglianza, l’intersessualità, la transizione o il genere neutrale, o l’idea che l’attrazione per i maschi non corrisponda alla femminilità.
  • Il verde potrebbe simboleggiare la mascolinità o l’attrazione per i maschi.

Il simbolo dell’androfilia è anche questo:

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Bandiera dell’orgoglio ginofilo

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La ginefilia, dal greco gyne, donna, e philia, amore, sta ad indicare le persone che hanno attrazione sessuale nei confronti delle donne adulte che hanno superato la pubertà.

I colori possono avere lo stesso significato di quella dell’orgoglio androfilo, con l’aggiunta del colore rosa che tradizionalmente identifica la femminilità.

Il simbolo della ginefilia è questo:

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Bandiera dell’orgoglio asessuale

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Come abbiamo già scritto sopra, le persone asessuali non provano attrazione sessuale, questo non vuol dire che non possono provare piacere o che si astengano, semplicemente non provano attrazione e interesse nei confronti del sesso (qui maggiori informazioni).

Nel 2001 David Jay costituisce l’AVEN (Asexual Visibility and Education Network, qui potete trovare il sito dell’AVEN Italia), e disegna per la prima volta il triangolo simbolo dell’asessualità, chiamato triangolo di Aven:

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Questo triangolo riprende il modello della scala ideata dal biologo e sessuologo statunitense Alfred Kinsey (1894-1956) che si rese ben presto conto dell’esistenza di un certo numero di persone che non rientravano nella sua scala, formata da sette livelli che andavano da 0, che indicava una tendenza esclusivamente “eterosessuale a 6 che indicava invece una propensione esclusivamente “omosessuale“. Nel centro, al 3, si collocavano coloro in cui le tendenze etero e omosessuali si equivalgono, riconosciute come bisessuali e in mezzo ai tre poli si trovano le relative “sfumature”.

Il triangolo di Avon voleva ricreare questo, mettendo alla nella punta del triangolo l’asessualità, come estremo rispetto alla linea in alto, che rappresenta quella che viene chiamata allosessualità, ovvero tutte le sfumature che ci sono tra l’eterosessualità e l’omosessualità.

Nel 2002, Jay pensò di eliminare il triangolo dai simboli dell’asessualità perché si basava su un modello binario dei generi e per la mancanza di richiami agli orientamenti romantici.

Nell’agosto del 2010, a seguito di un sondaggio il triangolo è stato sostituito dalla bandiera che è formata da quattro strisce orizzontali, nero, grigio, bianco e viola. Il nero rappresenta l’asessualità. Il grigio rappresenta la Gray-Asexuality e Demisexuality. Il bianco è sinonimo di partner e alleati non asessuati. Il porpora rappresenta la comunità asessuale.

La comunità asessuale si riconosce nell’acronimo A.C.E.S. che vuol dire “assi”, gli assi delle carte. La A sta per consapevolezza, la C per comunità, la E per educazione e la S per supporto.

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Anche la comunità asessuale infatti ha i suoi simboli, com’è spiegato nel blog “La siepe di more”:

Gli assi. In inglese ace (=asso) è informalmente usato per indicare una persona asessuale, come diminutivo di asexual. Così si è iniziato a usare gli assi delle carte per indicare le varie sfumature di asessualità.

♥ Asso di cuori – asessuali romantic*
♠ Asso di picche – asessuali aromantic*
♦ Asso di mattoni – asessuali demisessuali e demiromantic*
♣ Asso di fiori – asessuali graysessuali e grayromantic*

La torta. Chi inizia ad avere a che fare con la comunità asessuale è molto spiazzato dall’uso indiscriminato delle torte. Fette di torta🍰 vengono offerte in segno di benvenuto (soprattutto su AVEN) a** nuov* arrivat*. Fette di torta🍰 vengono offerte per ringraziare. Fette di torta🍰 vengono offerte per consolare e confortare. Insomma, torte in ogni dove!🍰🍰🍰🍰🍰🍰

Inoltre, ha preso piede l’abitudine di rispondere a chi sbraita: «E cosa c’è di meglio del sesso!?» con «Le torte!». In italiano, poi, siamo particolarmente fortunati perché torte può indicare sia quelle dolci sia quelle salate, così possiamo coprire tutti i gusti!💜

Ci sono molte incomprensioni e molti stereotipi nei confronti delle persone asessuali, per questo condivido questo articolo di Progetto GenderQueer:

– Le persone asessuali sono persone che non desiderano rapporti sessuali e/o genitali.
Non è
iano anche disinteressati all’affettività, alle relazioni, e al romanticismo.
&
Non tto che siano totalmente prive di istinti sessuali, poiché a volte l’asessualità assume connotati più mentali, a volte più fisici.

– Ci sono anche le persone demisexual, che vivono l’erotismo solo in particolari condizioni affettive e romantiche.

– Ci sono persone asessuali che vivono condizioni “alternative” di intimità, come il bdsm, senza coinvolgere i genitali o vivere esperienze sessuali “tradizionali”.

– La persona asessuale non “sceglie“, non si sforza, semplicemente asseconda la sua tendenza naturale.
– , no
o disfunzioni fisiche, è semplicemente una modalità.
– A volte le persone asessuali fanno sesso, per assecondare il partner. A volte lo trovano doloroso, come una violenza, a volte assolutamente indifferente.

– Talvolta trovano fastidioso il fatto che il mondo sia sessuocentrico, anche nei discorsi e nelle aspettative.

– Anch’esse sono vittime del conformismo e degli stereotipi e aspettative sociali.

– Le persone asessuali possono essere omoaffettive, biaffettive, panaffettive ed eteroaffettive. La letteratura asessuale preferisce termini come omoromantico, biromantico, eteroromantico.

– Alcuni non considero l’asessualità come un orientamento sessuale.
Infatt
do “orientamento” qualcosa di “vettoriale”, che si dirige verso sessi e generi, asessuale non è un orientamento, ma una modalità sessuale.

– I “non asessuali” vengono chiamati “sessuali” o “allosessuali”.

– Le persone assessuali non sono “contro” il sesso (sex-negative), o chi lo pratica, semplicemente non hanno loro interesse a praticarlo (sex-positive).

–  Spesso sono vittime di forzature e a volte persino di stupri “correttivi“.

– Anch’esse subiscono discriminazioni, a volte in sovrapposizione a quelle LGBT (se biaffettive, panaffettive o omoaffettive), a volte in quanto asessuali, perché non previste, perché non è previsto supporto genitoriale per adozioni o fecondazione se motivate con l’asessualità e il desiderio di non figliare tramite coito.

Nella comunità asessuale c’è uno spettro rappresentato da un estremo, di colore bianco, che indica le persone che provano attrazione sessuale, e poi quello di colore nero che rappresentano le persone asessuali.

Tra questi due estremi ci sono infinite sfumature di grigio, conosciute come gray-asexual in cui possono identificarsi (come scritto nelle FAQ del blog Asso Grigio Scuro):

  • persone che normalmente non provano attrazione sessuale, ma la provano saltuariamente;
  • persone che provano attrazione sessuale, ma hanno una scarsa libido;
  • persone che provano attrazione sessuale e/o libido, ma entrambe (o una delle due, almeno) non abbastanza intense da voler fare nulla a riguardo;
  • persone che possono provare attrazione sessuale e desiderare di avere rapporti sessuali, ma solo in poche e specifiche circostanze.

Bandiera dell’orgoglio gray-sessuale (gray-sexual)

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La gray-sessualità riguarda tutto lo spettro che c’è tra la sessualità e l’asessualità. La rete AVEN ha dato visibilità alle persone che si ritrovano dentro questo spettro, che non si definiscono né sessuali né asessuali.

La sessualità non è bianca o nera, per questo alcune persone si identificano nella zona grigia (grey area o gray area) per indicare tutte quelle sfumature che si trovano tra l’asessualità e la sessualità.

Secondo AVEN, le persone che graysexual (o gray- asexual, gray-A o gray-ace) , che appunto fanno parte della gray-area, possono:

  • normalmente non provano attrazione sessuale, ma a volte lo sperimentano sperimentare l’attrazione sessuale, ma qualche volta sì,
  • possono anche provare attrazione sessuale, magari non abbastanza forte da metterla in pratica.
  • Possono anche essere persone che amano e desiderano il sesso, ma solo in circostanze molto limitate e specifiche, o in misura minore rispetto alle persone sessuali.

La gray-area è un ombrello molto ampio, fa parte dello spettro sessuale che è vicino all’asessualità ma, mentre una persona asessuale è una persona che non sperimenta l’attrazione sessuale, una persona gray-sexual può sperimentarla.

In generale, il termine graysexual aiuta a descrivere le persone che non desiderano molto spesso il sesso, ma che a volte provano attrazione sessuale o desiderio sessuale, inca persone che non si adattano perfettamente ai campi asessuali o sessuali.

La bandiera è composta da strisce: viola, grigio, bianco, grigio e viola.

Il viola rappresenta l’asessualità, il bianco l’allosessualità ed insieme formano l’area grigia, quella della gray-sessualità.

Bandiera dell’orgoglio demisessuale

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All’interno dello spettro dell’area grigia (gray-aarea), si trovano le persone demisessuali, ovvero persone asessuali fino a quando non stringono un forte legame con una persona, solo allora potrà provare eventualmente attrazione sessuale.

Le persone demisessuali possono sperimentare qualsiasi tipo di attrazione oltre a quella sessuale, includendo anche l’attrazione estetica e romantica.

La bandiera rappresenta una striscia bianca e spessa, una sottile striscia viola e una striscia grossa e grigia con un triangolo nero sul lato sinistro. Il nero sta per l’asessualità. Il grigio rappresenta tutto l’asse grigio, e quindi anche la demisessualità. Il bianco rappresenta la sessualità. Il porpora rappresenta la comunità asessuale.

Bandiera dell’orgoglio autosessuale

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Il termine “autosessuale” è stato coniato dal ricercatore sessuale Bernard Apfelbaum nel suo articolo “Retarded ejaculation: A much misunderstood syndrome” contenuto nella terza edizione del 2000 di “Principles and Practice of Sex Therapy“, a cura di Sandra R. Leiblum,‎ Raymond C. Rosen, in cui parlava dell’anorgasmia

Apfelbaum sosteneva che l’eiaculazione ritardata (ER), dove l’emissione di sperma è possibile (quando possibile) solamente dopo uno stimolo sessuale di durata superiore rispetto alla norma, in realtà nasconde un problema di eccitazione. Secondo Apfelbaum
i pazi
no difficoltà nel raggiungere un climax sessuale solo quando sono in presenza di un partner, ed è per questo che ha iniziato a parlare di orientamento autosessuale, ovvero quelle persone che raggiungono eccitazione sessuale e l’orgasmo solo con l’autostimolazione masturbatoria.

In realtà la definizione è molto più complessa da essere riferita solo in termini di an, perché ci possono essere moltissimi motivi dietro l’orientamento autosessuale, ci può essere anche l’ansia di non poter soddisfare pienamente la/il partner.

Le persone autosessuali sono quelle che preferiscono raggiungere la propria soddisfazione sessuale da se stesse. L’orientamento autosessuale non è sinonimo di masturbazione. Mentre ci sono persone asessuali che si possono definire autosessuali, non tutte le persone autosessuali si riconoscono come asessuali.

La bandiera è composta da due strisce orizzontali, dall’alto verso il basso: blu chiaro / ciano e grigio, un cuore rosso al centro con un contorno nero che termina con una freccia. Il cuore rosso sta per l’amore/attrazione sessuale e la freccia che gira in torno indica il significato di “auto”. Il grigio rappresenta tutto lo spettro gray-sexual e l’azzurro fa riferimento alla pansessualità, come atto inclusivo.

Bandiera dell’orgoglio Bisessuale

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La bandiera è nata nel 1998 per mano del disegnatore Michael Page ed è stata utilizzata la prima volta il 5 dicembre 1998 per il primo anniversario del BiCafè in Florida.

Per crearla, Page si è ispirato alla ai triangoli chiamati Biangles, simbolo della comunità bisessuale.

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Il colore rosa rappresenta l’attrazione sessuale solo per lo stesso sesso (omosessuale), il blu rappresenta l’attrazione sessuale verso il sesso opposto (eterosessuale), sovrapponendoli ecco che esce il colore viola.

Un altro simbolo della comunità bisessuale è formato da due lune crescenti ed è stato creato in Germania per poter distaccarsi dalla simbologia nazista dei triangoli.

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Altri simboli della bisessualità:

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Gran parte della comunità Bisessuale ha riconosciuto come definizione quella di Roby Nochs che potrebbe essere riassunta così: “Considerando che esistono più di due generi e sessi, limitare la definizione di bisessualità a “entrambi i generi” (o sessi) è intrinsecamente binario, oltre che non rappresentativo di tutte le persone bisex attratte anche da persone non-binary”.

Molte persone confondono la bisessualità con la pansessualità e, come spesso accade, la pagina La Rosa e Il Lillà mi viene in aiuto attraverso un meme esplicativo:

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“Proviamo a spiegare questi due termini e in particolare in cosa differiscano. Ci teniamo a precisare che, contrariamente a quanto accadeva nel passato, il termine bisessualità non va ormai a indicare solo l’attrazione verso uomini e donne. Il concetto si è evoluto includendo al suo interno anche la dimensione non binary. Il termine nasce in un ambito storico che non aveva ancora maturato riflessioni sull’identità di genere di questo tipo. Il termine pansessualità è stato pensato effettivamente per essere più inclusivo ma indica anche un’attrazione a prescindere dal genere. Al di là delle polemiche politiche presentiamo questa piccola card con la speranza che possa aiutare a far chiarezza.
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Bandiera dell’orgoglio pansessuale

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La pansessualità è l’attrazione verso la persona, indipendentemente dal suo sesso biologico e identità di genere. La parola greca pan significa “tutto”.

Citando wikipedia:

In Italia, la teoria della pansessualità è stata sviluppata nel 1977 da Mario Mieli nel suo Elementi di critica omosessuale secondo cui l’essere umano è sostanzialmente un essere “completo” (polimorfo), che nasce con tutte le “opzioni” aperte, le quali vengono poi represse selettivamente (soggette ad educastrazione, secondo la definizione dello stesso Mieli), in base all’ambiente in cui vive.

La bandiera dell’orgoglio pansessuale ha cominciato a circolare su vari siti internet da metà del 2010 ed è composta dalla parte blu che rappresenta l’attrazione per coloro che si identificano nello spettro del genere maschile (indipendente dal loro sesso biologico), il rosa rappresenta l’attrazione per le persone che si identificano col genere femminile (indipendente dal loro sesso biologico), il giallo rappresenta l’attrazione sessuale non binaria, ovvero verso le persone androgine, agender, bigender, genderfluid, queer etc.

Anche la pansessualità ha il suo simbolo:

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Bandiera dell’orgoglio polisessuale

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Poli è una parola greca e significa “molti”, quindi le persone polisessuali sono persone che non si identificano come bisessuali, ma nemmeno come pansessuali, perché sono attratti da molti generi ma non da tutti.

La polisessualità è un termine autoidentificante ed è utilizzato da diverse persone, alcune di queste si identificano al di fuori dello spettro di genere binario.

Le persone polisessuali possono essere attratte dalle persone transgender, agender, queer, non binare e intersessuali.

La bandiera è composta da tre colori: il rosa rappresenta l’attrazione per persone considerate femminili (sia cis che trans). Il blu rappresenta l’attrazione per persone considerate maschili (sia cis che trans). Il verde sta ad indicare l’attrazione per le persone con identità di genere non binarie.

Il simbolo della polisessualità è:

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Bandiera dell’orgoglio Skoliosessuale

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La skoliosessualità è l’attrazione verso le persone non binarie (affronteremo nel dettaglio la non binarietà nella prossima parte, con le bandiere riguardanti l’identità di genere).

La bandiera è stata inventata dal blogger SavvyRead e si presenta con linee orizzontali gialle, verdi, bianche e nere con un cuore al centro. Il giallo rappresenta essere non binario o attratto da persone non binarie. Il verde rappresenta le persone third gender, two-spirite genderqueer (che affronteremo nel dettaglio nel prossimo articolo, la terza parte). Il bianco e il nero rappresentano le persone agender e questioning. Il cuore color lavanda rappresenta l’amore che va al di fuori delle norme di genere.

Bandiera dell’orgoglio sapiosexual

prima proposta1 Le persone con orientamento sapiosexual provano attrazione sessuale per l’intelligenza, che spesso va al di là dell’identità di genere e del sesso biologico della persona.

Secondo il sito Beyond MOGAI , dove potete trovare moltissime altre bandiere, le proposte per la bandiera dell’orgoglio sapiosexual sono  almeno cinque e tutt’ora non ne esiste una ufficiale, ma la più utilizzata sembra ancora la prima.

Bandiera dell’orgoglio dell’eterosessualità flessibile

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Le persone eterosessuali flessibili sono persone eterosessuali che in qualche raro caso possono provare attrazione verso le persone dello stesso sesso.

Lo spettro grigio rappresenta una base di eterosessualità mentre la striscia arcobaleno a sei colori rappresentano l’elemento della flessibilità.

Bandiera dell’orgoglio dell’omosessualità flessibile

homoflexible__1__by_pride_flags-d8zu7qb.png Sullo sfondo abbiamo la bandiera dell’orgoglio omosessuale, con la striscia in mezzo che rappresenta la flessibilità di poter provare attrazione per il sesso opposto.

Bandiera dell’alleanza etero

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Una persona alleata alleata è una persona eterosessuale cisgender che sostiene uguali diritti civili, l’uguaglianza di genere, i movimenti LGBT+ e si dichiara apertamente contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

Le persone alleate riconoscono la discriminazione socioeconomica della comunità LGBT+ e quanto la società sia basata sull’eteronormatività binaria che ingabbia tutte e tutti in stereotipi che giustificano la violenza.

Nel 1973 nasce la Parents, Families and Friends of Lesbians and Gays (PFLAG) diretta da Jeanne Manford, madre del movimento Straight Ally. Con sede negli Stati Uniti,  la PFLAG unisce genitori, famiglie, amici e alleati della comunità LGBT per promuoverne pari diritti e pari dignità. Nel 2007, l’organizzazione ha lanciato un nuovo progetto, Straight for Equality  per aiutare le persone alleate a impegnarsi per il movimento LGBT sul posto di lavoro, nell’assistenza sanitaria e nelle proprie comunità. Nel 1978 nasce, sempre negli Stati Uniti,  la Gay & Lesbian Advocates & Defenders (GLAD), un’altra organizzazione specificamente formata per raggruppare le persone allate.

La bandiera delle persone alleate è formata dalla bandiera che rappresenta l’eterosessualità unita alla A di “allies” che riprende la bandiera dell’orgoglio omosessuale.

Le strisce bianche e nere nella bandiera di sfondo rappresentano l’attrazione per il sesso opposto. Il termine “eterosessuale” fu coniato a metà del XIX secolo dal giornalista austro-ungarico di nome Karl-Maria Kertbeny.

Ci tengo a precisare a tutte le persone che rivendicano un “orgoglio etero”, che le persone etero occupano già la posizione di privilegio nella società e sarebbe meglio, per rispetto, utilizzare la bandiera delle persone alleate. Anche perché alcune persone eterosessuali usano la bandiera dell’orgoglio eterosessuale come reazione omofobica all’orgoglio LGBTQIA+.

Ed è sempre bene ricordare il perché non esiste un “etero Pride”. Chi lo reclama sicuramente non si può definire alleat* e soprattutto non ha ben capito il significato di privilegio:

In ogni caso, questo è il simbolo dell’eterosessualita:

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Essendo una persona alleata, mi sono chiesta spesso come poter contribuire alla causa mantenendo il rispetto. Ecco che, ascoltando le/i/* mie/miei/mie* amic* della comunità LGBTQIA+ ho stilato questa lista, che è sempre utile da tenere in mente.

Come essere delle valide persone alleate:

  1. Ascolta le persone LGBTQIA+: parla spesso con loro, conosci i loro punti di vista, le loro storie, comprendi la loro prospettiva e rispettala.
  2. Sii consapevole del tuo privilegio: come persona alleata etero e cis sei una persona privilegiata in questa società. Riconoscere il privilegio con il quale si nasce è fondamentale per capire da che punto si parte per rendere la società più equa possibile.
  3. Sii consapevole dello spazio che stai prendendo: se si tratta del Pride o di una manifestazione pubblica, supporta rispettando gli spazi dedicati alla comunità LGBT+. Se si tratta di un evento chiuso, lascia lo spazio
  4. Informati: fai le tue ricerche, leggi e studia la storia dei movimenti LGBT+, di Stonewall, del pride.
  5. Comprendi le motivazioni che ci sono alla base del Pride, il loro significato.
  6. Rispetta: da persona etero e cis non puoi dire cosa sia o cosa non sia meglio per la comunità LGBT+. Puoi ascoltare e cercare di essere una persona alleata migliore.
  7. Sii pronto/a alle critiche: accetta e cerca di migliorare.
  8. Applicati nel quotidiano: ricordati che il Pride è ogni giorno, non solo il mese di giugno: contribuisci al movimento quotidianamente, partendo dal tuo comportamento, dalle battute, dal modo di pensare e cerca di abbattere tutti gli stereotipi che ci vengono inculcati e che giustificano le discriminazione e la violenza.
  9. Sii felice, ma consapevolmente: goditi il momento del Pride e le altre manifestazioni, ma sii consapevole che non è una manifestazione per i tuoi diritti, poiché in quanto cis ed etero tu quei diritti ce li hai già. Sii felice e solidale, lotta insieme ai tuoi compagni e le tue compagne ma tieni sempre a mente che sei una persona privilegiata in quel momento. Accetta che tu, in quanto cis ed etero, non capirai mai cosa vuol dire crescere e vivere in questa società come persona LGBTQ+.

E anche per stavolta abbiamo finito, nella prossima puntata affronteremo alcune delle bandiere riguardanti l’identità di genere!

A presto!

A cura di Giulia Terrosi

PS. Se il vostro orientamento sessuale non si trova in questo articolo, ma vi farebbe piacere che ci fosse, fatemelo sapere, ne parlerò volentieri.

14 pensieri su “La favolosità del mondo LGBTQIA+ – Parte Seconda

    1. Grazie mille per i complimenti! Son contenta ti sia piaciuto! Sono dell’idea che ogni orientamento sessuale vada rispettato, esattamente come ogni identità di genere. Sicuramente non ho affrontato tutti gli orientamenti e identità esistenti ma ho cercato di essere più inclusiva possibile! Un abbraccio 😊 G.

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  1. Ciao mi è veramente piaciuto il tuo articolo!! Vorrei farti solo una domanda se è possibile…ci si può riconoscere con la bandiera dell’alleanza etero anche se non si è cinsgender secondo te? Sono un po’ confusa a riguardo
    Grazie mille e spero riuscirai a rispondermi💗

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    1. Ciao Eris. Orientamento sessuale e identità di genere sono due cose distinte. Il fatto di non essere cisgender non condiziona l’orientamento sessuale, quindi se continui a identificarti come etero certo che puoi definirti alleata, anche se non sei cisgender. G.

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  2. Ho trovato il tuo blog molto interessante! quest’anno dovrò fare l’esame di terza media e ho deciso ti farlo sulla lgbt+ e ho pensato di informarmi prima di iniziare a scrivere la tesina e devo dire che mi ha aiutato tantissimo!!!

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